![Un mix di legumi secchi multicolori su un tavolo bianco](https://www.mealefood.com/wp-content/smush-webp/2025/01/dreamstime_m_12514208_1640x856-1024x534.jpg.webp)
Le malattie cardiovascolari e metaboliche, come diabete di tipo 2 e ipercolesterolemia, rappresentano oggi una delle principali cause di morte e disabilità a livello globale.
Le abitudini alimentari rivestono un ruolo fondamentale nella prevenzione di queste patologie, e un’attenzione crescente viene posta sugli alimenti come i legumi. Uno studio di revisione neozelandese ha evidenziato come il consumo regolare di legumi possa migliorare alcuni parametri di rischio cardiometabolico.
Ma cosa accadrebbe se questi legumi venissero fermentati? Vediamo insieme le evidenze scientifiche.
I benefici dei legumi sul profilo cardiometabolico
La meta-analisi neozelandese ha raccolto i dati di 24 studi randomizzati controllati che hanno coinvolto 1.938 partecipanti. L’obiettivo era valutare l’effetto del consumo quotidiano di legumi sul profilo cardiometabolico.
I partecipanti hanno consumato una media di 86 grammi di legumi al giorno per almeno sei settimane, con risultati promettenti:
- Colesterolo totale: riduzione media di -9 mg/dL
- Colesterolo LDL: riduzione media di -6 mg/dL
- Glicemia a digiuno: riduzione media di -3 mg/dL
Non sono stati riscontrati effetti significativi su colesterolo HDL, trigliceridi e peso corporeo, probabilmente a causa dell’impiego di alimenti isocalorici nei gruppi di controllo. Tuttavia, gli autori hanno osservato una relazione dose-risposta per la glicemia: maggiori quantità di legumi consumati corrispondono a un miglioramento più marcato della glicemia a digiuno.
Fermentazione dei legumi: potenziale impatto sul microbiota intestinale
Un’area di crescente interesse è l’effetto della fermentazione dei legumi, un processo che potrebbe amplificarne i benefici per la salute. La fermentazione migliora la biodisponibilità dei nutrienti, riduce i composti antinutrizionali (come fitati e tannini) e favorisce la produzione di metaboliti bioattivi come peptidi, polifenoli e acidi organici, che possono avere effetti positivi sul microbiota intestinale.
Il microbiota gioca un ruolo cruciale nella modulazione del rischio cardiometabolico attraverso diversi meccanismi:
- Miglioramento del metabolismo lipidico: alcuni studi hanno dimostrato che la fibra alimentare fermentata ha effetti significativi sulla riduzione del colesterolo totale e LDL, modificando anche la composizione del microbiota intestinale, promuovendo la produzione di acidi grassi a catena corta (*)
- Regolazione della glicemia: i legumi fermentati possono influenzare positivamente il metabolismo del glucosio grazie alla modulazione del microbiota intestinale e all’aumento della produzione di acidi grassi a catena corta (*)
- Effetto anti-infiammatorio: la fermentazione aumenta la biodisponibilità di composti antiossidanti e anti-infiammatori, che possono ridurre l’infiammazione sistemica associata al rischio cardiovascolare (*)
Conclusioni
L’inclusione dei legumi nella dieta quotidiana è una strategia utile per migliorare il profilo cardiometabolico, come dimostrato dalla meta-analisi neozelandese. Tuttavia, il processo di fermentazione potrebbe rappresentare una leva di innovazione alimentare capace di amplificare questi effetti, agendo sia sulla modulazione del microbiota intestinale sia sull’aumento della biodisponibilità di composti bioattivi.
Investire su prodotti fermentati a base di legumi può quindi rappresentare una strategia vincente per migliorare la salute pubblica e rispondere a una crescente domanda di alimenti funzionali.
E voi? Siete già consumatori di legumi fermentati? Condividete le vostre opinioni nei commenti!
(*) Per ulteriori dettagli sulla bibliografia, sui risultati della nostra ricerca e sulle potenziali applicazioni, vi invitiamo a contattarci.
Link di approfondimento:
https://link.springer.com/article/10.1007/s00394-024-03576-8