La tracciabilità è già data dal punto di vista tecnologico:
… non c’è altro da inventare.
È noto, infatti, che la blockchain permette di per sé la piena tracciabilità, dall’approvvigionamento dei materiali, alla produzione, al consumo e alla gestione del fine vita di un prodotto.
Si pensi come l’applicazione di questa tecnologia alla parte finale del ciclo di un prodotto/materiale possa garantire fiducia, trasparenza e legalità anche nel settore dei rifiuti, da sempre caratterizzato da notevoli problematiche.
Tutto ciò tramite una catalogazione certa e un pieno tracciamento con informazioni visibili ai produttori, ai riciclatori, ai controllori ed ai consumatori su:
- gestori e loro autorizzazioni;
- movimentazione ed i percorsi attraverso le varie fasi;
- destinazioni, anche internazionali, di rifiuti, dei sottoprodotti o prodotti derivanti da processi End of Waste.
Il salto evolutivo atteso
Il mondo dei rifiuti ha già un suo codice di tracciabilità, ma la blockchain rappresenta un salto evolutivo ed una garanzia per gli operatori principali, esposti mediaticamente e sempre più anche finanziariamente.
Attraverso l’uso della tecnologia potrebbe ad esempio rendere certa e inviolabile l’informazione sull’ingresso dei rifiuti nell’impianto dove sono destinati.
Ciò sarebbe ancora più utile nei casi in cui l’impianto di destinazione è in realtà solo un impianto di stoccaggio intermedio.
Da qui in poi non c’è più visibilità per il produttore del rifiuto e allora la blockchain potrebbe sopperire nel certificargli l’arrivo ad un impianto di trattamento finale e, perché no, contribuire a dare forma all’attestazione di avvenuto smaltimento, questa è la novità introdotta dalla legge 116/2020.
Dalla gestione del rifiuto all’economia circolare
La blockchain contribuirà al tracciamento sicuro e inviolabile del riutilizzo dei materiali, che è l’obiettivo dell’economia circolare, come ad esempio per i sottoprodotti.
Se si pensa al DM 13 ottobre 2016, n. 264 (Criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica di sottoprodotti dei residui di produzione), ebbene, questo regolamento prevede, a livello generale, il …
… requisito della certezza dell’utilizzo …
… che deve essere dimostrato dalla fase di produzione e fino al momento dell’impiego.
A tale scopo, il produttore e l’utilizzatore devono adottare regole di natura organizzativa e gestionale che consentano di identificare in ogni fase il sottoprodotto e l’effettivo utilizzo (per esempio fase del deposito intermedio e fase del trasporto).
Trattandosi di gestione articolata e non diffusissima, quella dei sottoprodotti è ancora in gran parte basata su documenti cartacei (e non di rado insufficienti).
Dunque, si presta benissimo all’esigenza di un tracciamento più sicuro, anche per l’opportunità che rappresenta di andare oltre il rifiuto, verso l’economia circolare.
L’eco-agro-alimentare
Il problema riguarda certamente anche il nostro settore.
La gestione della corretta destinazione d’uso degli scarti di lavorazione ha trovato una nuova definizione con l’entrata in vigore del Reg. EU 625/2017, che ha esteso il concetto di pericolo a …
“… qualsiasi agente o condizione avente potenziali effetti nocivi sulla salute umana, animale o vegetale, sul benessere degli animali o sull’ambiente …”.
L’agroalimentare deve, quindi, occuparsi anche dell‘ambiente, come giusto che sia.
Tant’è che è opportuno iniziare a parlare di settore eco-agro-alimentare.
E’ ovvio, d’altro canto, che una gestione inadeguata dei sottoprodotti, da parte dell’OSA, comporta rischi non solo per l’ambiente, ma anche direttamente per il consumatore.
Si pensi a quegli scarti che vengono utilizzati come fertilizzanti e che possono apportare contaminazione chimica/biologica al terreno e quindi alle piante ed ai suoi frutti, facendo rilevare nei prodotti al consumo, valori di contaminanti anomali rispetto ai valori normali attesi.
Quindi l’OSA ha la responsabilità di avere la consapevolezza della destinazione d’uso dei propri scarti/rifiuti e deve valutare opportunamente i fattori di rischio ad essi collegati.
Blockchain, sostenibilità e responsabilità sociale: il futuro che immaginiamo
L’applicazione della blockchain sarà pervasiva.
Essa introduce e rende sistemici valori umani intorno ai quali l’uomo e le sue organizzazioni devono ritrovarsi per costruire il modello etico-sociale e sostenibile eco-agro-alimentare che l’umanità merita.
Questa evoluzione di sistema non è più solo pensabile, oggi è divenuta necessaria ed anche facilitata e già possibile stando il livello tecnologico raggiunto.