L’impatto degli alimenti ultra trasformati: sfide e strategie per un futuro sano

Ramen alimenti ultra trasformati

Uno studio dell’Università di Tokyo ha rilevato che anche in Giappone, paese dalla forte storia, cultura ed identità culinaria, gli alimenti ultra trasformati (UPF) stanno sostituendo i cibi tradizionali. Coinvolgendo 1.318 bambini e adolescenti, è emerso che gli UPF rappresentano tra il 27% e il 44% dell’apporto energetico giornaliero, diminuendo in proporzione la qualità della dieta.

La cosa non sorprende dato che in molti paesi, come Australia, Regno Unito e USA, più della metà delle calorie consumate proviene da UPF, con percentuali che sfiorano l’80% tra i giovani. Il successo degli UPF è legato principalmente alla loro appetibilità, economicità e praticità d’uso.

Sotto quest’ultimo versante, un’indagine di Innova Market Insights evidenzia come ormai sembri inarrestabile la tendenza agli alimenti pronti all’uso, molti di quali possono essere classificati come UPF. Tre consumatori su cinque a livello globale acquistano alimenti pronti a basso prezzo almeno una volta alla settimana, e uno su cinque ogni giorno. Questo trend è in crescita, trainato soprattutto dai giovani.

Un quinto dei consumatori indica la mancanza di tempo per cucinare come motivo principale per scegliere i cibi pronti. Anche tra chi cucina da casa, un terzo utilizza ingredienti preparati per accorciare la preparazione. Tutto ciò accade perché il modello sociale è profondamente cambiato e oggi non esiste quasi più la figura della persona che può occuparsi della preparazione domestica dei cibi.

Il consumo di piatti pronti e di UPF sono in aumento anche in paesi come India e Indonesia, dove i loro prezzi bassi li rendono molto accessibili e convenienti.

La crescente diffusione degli UPF è preoccupante per la salute pubblica, aumentando il rischio di tante malattie croniche, tra cui l’obesità e il diabete. Carlos Monteiro, lo scienziato che ha coniato il termine UPF, ha dichiarato che le attuali strategie e linee guida sono inefficaci. Propone quindi misure aggressive come campagne di salute pubblica, divieti di pubblicità e vendita nelle strutture pubbliche e tasse elevate sugli UPF.

L’industria alimentare ha davanti a sé una grande sfida e deve reinventarsi prima di subire eventuali proibizioni. Possibili strategie si possono trovare all’interno del “convenience food”, con soluzioni che coniughino due tendenze di mercato, quella degli alimenti pronti e quella della alimentazione salutare.

I kit pasto, che combinano facilità d’uso e ingredienti freschi di alta qualità, stanno già avendo un successo innegabile, con previsioni di crescita del mercato fino a 20,65 miliardi di dollari entro il 2029. Anche la riformulazione dei prodotti alimentari pronti, rendendoli meno elaborati e dotandoli di clean label e di informazioni adeguate, potrebbe essere una strategia proficua per l’azienda ed allo stesso tempo efficace per la salute del consumare.

Link di approfondimento:

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2212267224002673?via%3Dihub

https://www.foodnavigator.com/Article/2024/06/26/Convenience-foods-over-cooking-food-trend

https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:7177266618241081344

https://www.theguardian.com/global/article/2024/jun/27/ultra-processed-foods-need-tobacco-style-warnings-says-scientist

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