Pesticidi, tumori pediatrici e l’urgenza di “Nutrire il Bene”: riflessioni per un agroalimentare consapevole

Spargimento fitosanitari in campo aperto

Un recente studio dell’Università di Omaha ha portato alla luce dati allarmanti: un’associazione significativa tra l’esposizione a miscele di agrochimici e l’aumento del rischio dei tumori pediatrici in Nebraska, uno degli Stati con i tassi più elevati di cancro infantile negli USA.

I dati rivelano che un incremento del 10% nell’esposizione a queste miscele è associato a un aumento del 36% dei tumori cerebrali e del sistema nervoso centrale, del 23% delle leucemie e del 30% degli altri tumori pediatrici.

Tra i vari composti studiati, gli erbicidi – in particolare dicamba, glifosato, paraquat, quizalofop, triasulfuron e tefluthrin – risultano i principali responsabili di questa preoccupante correlazione.

Un quadro inquietante per le nuove generazioni

Lo studio ha analizzato l’applicazione di 32 agrochimici in 93 contee del Nebraska, utilizzando dati dal 1992 al 2014 e confrontandoli con le diagnosi di cancro nei bambini e ragazzi di età inferiore ai 20 anni. I risultati evidenziano come, in alcune contee (ad esempio Holt e Platte), la concentrazione di pesticidi sia particolarmente elevata, con conseguenze drammatiche per la salute dei più piccoli.

I bambini, infatti, risultano essere più vulnerabili rispetto agli adulti, essendo esposti non solo per l’ingestione di alimenti contaminati, ma anche per l’inalazione e il contatto dermico. L’esposizione può estendersi in maniera insidiosa fin dall’infanzia, persino in utero, attraverso le esposizioni ambientali e domestiche.

I risultati dimostrano quanto sia importante considerare le possibili miscele di sostanze chimiche, tra cui i fitosanitari, nello studio del rischio oncologico nei bambini.

Le contraddizioni di un sistema agroalimentare che allontana il bene

Questi dati si inseriscono in un contesto più ampio di contraddizioni sistemiche nel settore agroalimentare, che sono trattate approfonditamente nel libro Nutrire il Bene.

La nostra riflessione parte dalla consapevolezza che il cibo non è solo un prodotto economico, ma il ponte vitale tra l’ambiente che ci ospita e il nostro benessere personale.

Il settore agroalimentare moderno, spinto dalla ricerca di rendimenti elevati e dalla pressione della grande distribuzione, sembra aver dimenticato il suo nobile scopo: nutrire non solo il corpo, ma anche l’anima. La stessa ricerca incessante del profitto ha portato all’utilizzo massiccio di sostanze chimiche, che riducono la qualità e il valore nutritivo degli alimenti e, paradossalmente, mettono a rischio la salute di chi li consuma, in particolare quella dei bambini. È qui che il concetto di “Nutrire il Bene” si fa urgente: riscoprire l’energia “energetica” e la cura che ogni operatore alimentare deve infondere nel proprio lavoro per creare un impatto positivo.

Un invito a ripensare l’agroalimentare

Le evidenze dello studio rappresentano un campanello d’allarme, che ci costringe a riconsiderare le modalità con cui coltiviamo e produciamo il cibo. Come riportato nel Capitolo 2 di Nutrire il Bene, “cablati con la Natura” gli operatori devono vivere il sistema agroalimentare in maniera consapevole, ponendo al centro non il profitto immediato, ma il bene comune e la salute delle generazioni future. L’uso indiscriminato di pesticidi, come rivelato dallo studio, è solo uno degli esempi delle contraddizioni che caratterizzano il nostro sistema: mentre da una parte si invoca l’urgenza di una produzione ad alto rendimento, dall’altra si trascurano i danni gravi ed irreversibili alla salute e all’ambiente.

Questa situazione ci costringe a riflettere su alcuni aspetti fondamentali:

  • La qualità rispetto alla quantità: un alimento prodotto con dedizione e attenzione alla qualità porta con sé un valore etico intrinseco, in netto contrasto con i prodotti ottenuti con pratiche industriali che sacrificano la salute a favore della resa.
  • La centralità della sostenibilità: un’agricoltura che si affida pesantemente ai pesticidi mina la biodiversità e degrada il suolo, compromettendo la sicurezza alimentare e la resilienza degli ecosistemi.
  • Il benessere umano al centro della filiera: le evidenze scientifiche del legame tra pesticidi e tumori pediatrici testimoniano il costo umano di un sistema che ha dimenticato la sua funzione primaria: proteggere e nutrire la vita.

Verso una rivoluzione culturale nell’agroalimentare

La nostra società è chiamata a uscire da un modello “cortoplacista” che affronta solo i sintomi – ad esempio il ricorso a soluzioni farmacologiche per contrastare le patologie indotte da un’alimentazione contaminata – per abbracciare soluzioni fondamentali e durature. È essenziale, quindi, ripensare l’agricoltura e l’industria alimentare in termini di:

  • Consapevolezza ambientale e sociale: ogni seme piantato e ogni alimento prodotto devono essere il risultato di una scelta etica e sostenibile, in armonia con la natura.
  • Innovazione e responsabilità: le tecnologie e le pratiche innovative devono essere orientate non solo all’efficienza produttiva, ma alla creazione di valore reale per la salute e il benessere della comunità.
  • Un approccio sistemico e olistico: seguendo i principi della Dinamica dei Sistemi e ispirandoci alle intuizioni di pensatori come Peter Senge e Simon Sinek, dobbiamo promuovere organizzazioni positive, dove il benessere dei dipendenti e la qualità del prodotto si intrecciano per creare un impatto positivo su tutta la filiera.

Conclusioni: Nutrire il Bene, una missione per il futuro

Lo studio evidenzia chiaramente che l’uso eccessivo di pesticidi può avere conseguenze drammatiche e che i costi del progresso industriale si pagano a caro prezzo – soprattutto in termini di salute dei nostri bambini. In questo scenario, “nutrire il bene” non è solo un’idea poetica, ma una necessità urgente per salvaguardare il nostro futuro.

È il momento di ripensare il nostro rapporto con la terra e con il cibo, di riscoprire il legame intrinseco tra l’alimentazione, l’ambiente e il nostro benessere. Dobbiamo riprendere in mano le redini di un sistema agroalimentare che rispetti la natura, che valorizzi la qualità degli alimenti e che metta al centro la salute umana, trasformando ogni gesto quotidiano in un atto di cura e di responsabilità verso le generazioni future.

La scelta è nelle mani di imprenditori, operatori, istituzioni e consumatori. Solo con un impegno condiviso potremo trasformare il nostro sistema, abbandonare le pratiche che alimentano un ciclo distruttivo e abbracciare una visione che, partendo dal cibo, rinnovi il nostro rapporto con la vita e con la natura.

È tempo di trasformare il presente per costruire insieme un futuro in cui il cibo sia realmente sinonimo di vita, salute e benessere per tutti.

Link di approfondimento:

https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2024GH001236

https://ilsalvagente.it/2025/02/17/il-cocktail-di-pesticidi-e-laumento-dei-tumori-infantili-lo-studio-choc-del-nebraska

https://www.mealefood.com/nutrire-il-bene-crescita-personale-e-professionale-amazon/

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