
Le conseguenze delle cattive abitudini alimentari
Il consumo eccessivo di cibi troppo grassi, troppo salati, troppo dolci e ultra-processati, ha un forte impatto negativo sia sul benessere individuale che sulla spesa sanitaria pubblica.
Nei mesi scorsi abbiamo dedicato una serie di post a studi che evidenziano associazioni tra il consumo di alimenti ultra-processati e l’aumento del rischio di mortalità, di obesità, di vari tipi di cancro, di malattie cardiache, di diabete e di depressione.
Nuove politiche e restrizioni in Europa contro junk food e UPF
Alcuni paesi europei hanno introdotto o stanno implementando politiche per aiutare i consumatori a identificare il cibo malsano, limitarne o vietarne la pubblicità ed il marketing, in particolare se rivolto ai minori o la promozione a livello di vendita.
- Norvegia Lo scorso agosto il governo ha avanzato la proposta di vietare la pubblicità di cibi e bevande malsane destinati a bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni. Tale iniziativa comprenderà anche norme sul posizionamento nei punti vendita.
- Portogallo Dal 2019 ha posto il divieto della pubblicità in TV e radio di cibo malsano durante le fasce orarie in cui sono trasmessi programmi per i bambini. Sono stati vietati anche i messaggi promozionali su social ed internet per i minori di 16 anni.
- Svezia Dal 1991 ha vietato la pubblicità rivolta ai bambini fino ai 12 anni, ma esclusivamente su radio e TV. Nel paese scandinavo è comunque attivo da decenni un sistema di etichettatura fronte pacco che permette un più facile riconoscimento a scaffale degli alimenti malsani.
- UK Dal 2016 ha introdotto una tassa sulle bevande zuccherate, a cui sono seguite nel 2022 regole sul posizionamento di rilievo a scaffale o nei negozi on line dei prodotti HFSS (ad alto contenuto di grassi, zucchero e sale). Il governo ha recentemente confermato che nell’ottobre 2025 entrerà in vigore il divieto per i prodotti HFSS di apparire nella pubblicità televisiva prima delle 21:00 e nelle pubblicità online a pagamento.
Linee guida OMS
Queste iniziative, in risposta alla sempre crescente diffusione di alimenti malsani e ultra-processati, vanno nella direzione di quanto indicato nelle linee guida 2023 dell’OMS sulla protezione dei minori. Da una parte va limitato il marketing alimentare, in quanto influisce negativamente sulle scelte alimentari e sull’apporto alimentare dei bambini, dall’altra deve essere invece incentivato, e reso più accessibile, il cibo sano.
L’inazione italiana
Di fronte a queste iniziative concrete, e a diversi Paesi che stanno comunque discutendo di misure future, vedi la Spagna o la Francia, in Italia c’è un silenzio assoluto sull’argomento. Tutto ciò a fronte di risultati drammatici sul fronte della obesità infantile, dove siamo i secondi peggiori in Europa per i tassi di obesità (16%) e i terzi per il sovrappeso (38%).
Le sfide future per il settore agroalimentare
L’industria alimentare deve prendere coscienza delle proprie responsabilità verso i consumatori e deve reinventarsi prima di subire eventuali proibizioni. Invece di investire pesantemente nel marketing di questi alimenti, dovrebbe iniziare a migliorarne la formulazione e la qualità nutrizionale nonché’ favorire una più ampia applicazione delle mild tecnologies.
Link di approfondimento:
https://www.who.int/europe/publications/i/item/WHO-EURO-2023-6894-46660-68492